Un porto chiamato solitudine

Un porto chiamato solitudine
Sicuramente ad un certo punto della tua vita hai attraccato la tua barca in un porto chiamato – SOLITUDINE; questo sembra naturale nel percorso di tutti noi esseri umani. La domanda è quanto tempo sei rimasto? o rimane ancora lì?

La solitudine è uno stato mentale che significa un certo isolamento o astinenza dal contatto., relazioni, persone e, infatti, potrebbe essere un balsamo per il nostro Sé per guarire se stesso da scontri, relazioni e contatti; ma, sembra che, nonostante non siano considerati piacevoli, molti vi si rifugiano, ci si abituano, si rattristano, si conformano e finiscono per fare del porto la propria casa.




Chiariamo una cosa, il porto è porto, luogo di sbarco, carico e scarico, rifornimento, cambio equipaggio, manutenzione e poi partenza; Ma se hai fatto la tua casa nel porto, forse ti stai proteggendo da nuove avventure, o credendo davvero che stai meglio da solo e che è un sacco di lavoro da navigare e seguire.

Dott. Edward Bach, medico inglese che creò il primo Flower System, classificò nel suo lavoro un gruppo chiamato Solitude; e ha descritto tre tipi di personalità solitarie.

Il tipo Impatiens che poiché è troppo veloce, in realtà non stabilisce legami profondi; stare da solo con i suoi pensieri, talenti e ideali, perché è così che funziona, è quello in cui crede.

Il tipo Erica, ha una solitudine di se stesso, in quanto non riesce a sentire se stesso e soprattutto a sentire l'altro, in quanto stabilisce un muro che lo separa da se stesso, dai suoi vissuti ed emozioni, e quindi deve solo parlare, parlare e parlare.

Il tipo Violetta d'acqua è riservato e non apprezza i contatti stretti, è un buon ascoltatore e mentore, ma non parla di sé, mantenendosi emotivamente distante dalle persone e dalle relazioni.


Cosa hanno in comune queste tre personalità?

La difficoltà di mettersi effettivamente in gioco, di farsi vedere, di sentirsi esposti, vulnerabili e umani e per far fronte a questo i meravigliosi Fiori di Bach possono rendere piacevole e curativa la compagnia dei fiori.

Sembra che ogni volta che qualcuno di noi si sente ferito, invece di chiedere aiuto, scegliamo in solitudine un buon posto per leccarci le ferite, adorare la disillusione e la delusione per le persone e le situazioni.


La solitudine sarà allora il volo per non vivere, per non navigare, per non agire, per non entrare nella barca della vita e prendere il timone; affronta le maree, i venti e le tempeste, ma alla fine arriva, sbarca e segui.

Se ti sei goduto la solitudine, fai attenzione a conoscere il momento giusto per lasciarla e andare avanti, trova persone, progetti, piaceri, perché tutto può essere meraviglioso se hai davvero la tua buona compagnia.

Crea poesie e canta la tua canzone, oppure ricorda una bella canzone come questa:


Rime, di venti e di vele
La vita che va e viene
La solitudine che resta ed entra
lanciandomi
Contro il molo”

E, poiché il tuo cuore custodisce tali segreti, alza le vele e rivela i segreti del mare della vita e continua ad essere un esploratore di nuove terre e poi...  Addio solitudine.


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