Un po' di amore

Il Benefattore Spirituale Lázaro definisce l'amore come un sentimento raggiunto dall'essere umano attraverso la traiettoria evolutiva umana.

Al suo inizio, dice, compare l'istinto, in una seconda fase compaiono le sensazioni intime e, infine, il sentire, avendo questo, come il punto più delicato, amore.

La cosa interessante è che il Benefattore dice che la condizione perché il sentimento sia sublime nell'amore è la presenza dell'istruzione e della purificazione intima.


Analizziamo la proposta del Benefattore.


Tutti portiamo ancora il carico degli istinti, con un grado maggiore o minore di influenza sui nostri comportamenti. Ed è facile vedere che non lo perderemo mai, perché lo è frutto dell'esperienza vissuta e, quindi, anche custodito nella nostra memoria ancestrale.

Le sensazioni intime sarebbero il risultato di percezioni oggettive e soggettive vissute nella vita di tutti i giorni.

Il punto in cui entriamo nel soggettività si perde nella notte dei tempi, da qualche parte nel Paleolitico superiore, un periodo che terminò circa quarantamila anni fa.

Prima di allora, eravamo guidati solo dall'istinto, sperimentando le sensazioni risultanti dall'esperienza.

Comunque, analizzando il tempo trascorso nel processo evolutivo, il tempo della soggettività è molto breve rispetto all'esistenza dell'istinto.

In questo modo, seppur con una buona precisazione e già con una buona esperienza soggettiva, non siamo ancora in grado di comprendere bene la differenza di sensazione che forniscono entrambi gli stati.

Confondiamo ancora i sentimenti di sazietà, siano essi fame, sete o pratica sessuale, con il benessere soggettivo, così come la sensazione di avere cose materiali, o di averle raggiunte, con il sentimento di amore.

Amiamo ciò che non abbiamo ed è per questo che lo vogliamo. Ma una volta che il desiderio è soddisfatto, quell'amore scompare quasi sempre. Amiamo anche ciò che abbiamo, confondendo l'amore con il possesso, poiché, per realizzarlo, ci voleva fatica, o quella che si chiama fortuna, quindi personale, che sfocia nell'egoismo nel non voler condividere, siano oggetti, posizioni o persone.



Un po' di amore

L'amore va oltre.

L'amore è un Sole interiore che condensa e raccoglie nel suo fulcro ardente tutte le aspirazioni e le rivelazioni umane, dice il suddetto Benefattore, chiarendo che l'amore, proveniente da dentro, illumina il nostro interno, eliminando le “ombre” da noi create.noi, verso l'esterno, illuminando il proprio cammino e quello degli altri.

In questo modo l'amore è dare e non ricevere, che è ciò che più desideriamo. E tutto ciò che sfugge a questo è frutto del primato dei nostri sentimenti, quindi tendenti all'egoismo, perché lo vogliamo per noi stessi.

L'amore fu ben interpretato dal grande Paolo di Tarso, l'Apostolo delle genti, come riportato nel capitolo tredicesimo della sua prima lettera ai Corinzi, dicendo, tra l'altro, che l'amore tollera tutto, crede tutto, spera tutto, sostiene tutto, perché, essendo un sentimento, ha delle gradazioni e il suo sviluppo diventa un processo costante di donazione a beneficio degli altri, a cominciare da chi vive con noi.


L'interpretazione di Paolo di Tarso nasce dall'insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo, modello ed esempio massimo di amore e che ha stabilito per noi di amare gli altri come vorremmo essere amati. E dalla sua proposta risulta che l'amore si nutre e, proprio per questo, si rafforza e si sviluppa dall'esercizio costante, inducendoci ad amare di più e con più intensità.


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