due rane

    C'erano una volta due rane caddero in una ciotola di latte, ciascuna in una ciotola. Si accettava il destino, si aveva la possibilità di rassegnarsi al fatto che non c'era via d'uscita o come nuotare controcorrente, che lottare per un ideale era una perdita di tempo. L'altra, più vivace, aveva un punto di vista ottimista, era felice della vita, non si lasciava scuotere dall'imprevisto, che di solito non manda avvertimenti. Aveva la volontà, aveva la forza di ribaltare il problema. Aveva un atteggiamento mentale positivo.

    Pertanto, ha deciso di evitare la fatalità, seguendo il motto: "Hei de Vencer", il motto del professor Arthur Riedel. Quindi si è mosso, si è mosso, ha continuato a pensare che avrebbe vinto. Mentre l'altro, a sua volta, pregava e accettava che questa disgrazia fosse la volontà di Dio. D'altra parte, la rana che era disposta non si è fermata un attimo a lamentarsi, ha solo lottato per la sua sopravvivenza.



    due rane

    Tutto questo sforzo ha suscitato l'attenzione del suo collega, il ranocchio rassegnato, che non ha capito quell'atteggiamento. Lottare per cosa? Non c'era via d'uscita. Non c'era modo di sfuggire all'inevitabile, alla morte che stava arrivando.

    Allora, piena di convinzione, con l'apparente calma del conformismo, ha detto: “Sorellina, perché tanta fatica? È inutile stancarsi per niente". Tuttavia, la rana si muoveva, freneticamente, sembrava avere fretta di uscire da quella situazione, di liberarsi di quella situazione critica.

    «Me ne vado di qui, sì», disse a sua sorella. “Non so come, o in che modo, ma non importa, so che ce la farò” e ha continuato a lottare per sfuggire all'imminente calvario. Tutto sembrava perduto, ma è successo l'insolito, l'inaspettato. Accadde che spostandosi così tanto, cercando di uscire di lì, la rana, piena di ottimismo, trasformasse il latte in burro, cambiandone consistenza, diventando qualcosa di più pastoso, abbastanza per equilibrarsi, che gli permetteva di uscire dal ciotola.



    L'altro, rassegnato, a sua volta, nonostante la preghiera, la certezza della volontà divina, sorretta dalla convinzione che non ci sarebbe stato niente da fare davanti alla sventura, non ha agito. Come conseguenza della sua mancanza di atteggiamento, ha incontrato la sua fine sul fondo della ciotola.



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