Combatti per le cose possibili...

    Acqua dolce su pietra dura, batte fino a rompersi”.

    Quella frase è sicuramente abbastanza familiare, vero? Quello che forse non sapete è che la sua possibile origine è nell'opera del grande poeta romano Ovidio (43 aC – 18 dC), in cui troviamo qualcosa del tipo: “L'acqua dolce scava la pietra dura”. Poiché la creazione di rime è un artificio comunemente usato nelle diverse culture con lo scopo di memorizzare determinate conoscenze, non sorprende che qui si sia arrivati ​​al famigerato “Acqua dolce nella pietra dura, colpisce fino a rompersi”.



    A questo punto, però, mi viene la seguente domanda: è vera questa massima? Ebbene, se prendiamo questo proverbio come un'esaltazione della perseveranza come una virtù capace di superare gli ostacoli, non c'è dubbio che il detto sia corretto. Non dobbiamo dimenticare, però, che la stessa saggezza popolare che afferma che “l'acqua dolce sulla pietra dura, batte fino a trapassare” ci guida anche a “smetterla di prendere a pugni un coltello”. Cosa significa questa contraddizione? Bene, in pratica significa che i detti popolari, i testi su Internet e i messaggi carichi di saggezza condivisi sui social media possono, sì, indicarci la giusta direzione, ma alla fine della giornata, dipenderà da te, e solo da te, per fare una scelta. E non dubitare: rinunciare spesso si rivela la migliore tra le tante scelte possibili. Dopotutto, "ciò che non ha soluzione, è risolto".

    Molti anni fa, quando ero più giovane, ero molto arrabbiato quando, quando, confidando a un amico di un obiettivo che stavo perseguendo, mi disse: "Lotta per le cose possibili, Alex". A quel tempo, mi sembrava insensibile, pessimista e persino invidioso, quindi ho scelto di restare fedele al mio obiettivo. Il risultato? Ho finito per fregarmi. Ed è stato fottuto che mi sono reso conto di quanto fosse giusto e impegnato il mio amico ad aiutarmi. Bene, questo è tutto. Da un punto di vista più imparziale, vediamo persone che insistono su cose che, notoriamente, non hanno futuro, ma loro, coinvolte come sono, spesso non sono in grado o non vogliono vedere l'ovvio. E i frutti che puoi inevitabilmente raccogliere sono ansia, frustrazione, rabbia, depressione...



    Combatti per le cose possibili...
    seb_ra / Getty Images Pro / Canva

    Non sto dicendo che dovresti insistere o rinunciare a cose basate sulle opinioni di altre persone. Anche perché, oltre ai buoni amici disposti ad aiutarci, ci sono anche tante persone malintenzionate che, quando ci vedono percorrere una strada corretta, si dedicano a cercare di deviarci. Né posso suggerirti una strategia infallibile per fare le tue scelte. Posso solo dire che certe situazioni richiedono una certa razionalità, e vanno affrontate senza quel romanticismo che tanto ci gioca brutti scherzi. Il processo decisionale richiede un'analisi più fredda, una fiducia nella nostra saggezza interiore e, soprattutto, onestà con noi stessi, perché "il peggior cieco è quello che non vuole vedere".

    Nella scuola di vita, le relazioni sono spesso insegnanti eccellenti sia nell'arte della perseveranza che nell'arte della rinuncia, e se siamo studenti veramente disciplinati, impareremo molto su noi stessi da questi saggi insegnanti che amano. E se da un lato sono un severo critico della facilità con cui i rapporti attuali si sgretolano di fronte alle prime difficoltà, dall'altro sono anche critico dell'insistenza masochistica di alcune persone su cose che visibilmente non hanno futuro. Peggio ancora, solo l'audacia di chiamare perseveranza quella malsana ostinazione nel fare l'altro cambiamento.

    Mio caro lettore, insistere quando l'altro non vuole non è perseveranza, no. È davvero stupido. E passare la vita cercando di far cambiare l'altra persona o di darti ciò che vuoi è tutt'altro che amore. Questo è solo egoismo, bisogno, desiderio di vincere. Infine, sofferenza assicurata. Questo è quello che vuoi? Certo, molti degli strati che ci avvolgono insistono ancora sull'autolesionismo, ma sono sicuro che la parte più intima di te vuole liberarsi da tali catene, bramando, con fervore, di essere felice.


    Quindi, se c'è ancora quella tristezza motivata da qualcuno che ci ignora, se c'è ancora quel desiderio di plasmare l'altro in modo che possa darci ciò che vogliamo in una relazione, tuffiamoci allora. Questo tuffo, però, non ha nulla a che vedere con l'insistenza, che equivarrebbe a far sanguinare ancora di più la ferita. Si tratta di guardare la situazione frontalmente, cercando così di capire le origini della nostra sofferenza e le nostre esigenze affettive.


    Combatti per le cose possibili...
    Jacob Lund / Canva

    Ho detto in un articolo precedente che non esiste una relazione fallita e insisto su di essa. Vedete: anche se segnato da disaccordi, da andirivieni, quel rapporto ci permette di conoscere meglio noi stessi, il che richiede da noi molto impegno, molta onestà e responsabilità. La comprensione, quindi, è ciò che ci mostra che ha svolto il suo ruolo.

    E a questo punto potresti chiedermi: "Alex, e in relazione però all'altro cosa faccio?" E la risposta è semplice: non fare nulla. Abbandonare. Arrenditi. E non ascoltare quella voce che dice che l'altro alla fine si arrenderà se ti sforzi un po' di più. A meno che, ovviamente, tu non abbia visto l'acqua penetrare attraverso le rocce intorno. Questa voce è solo la tua mancanza che parla e non ha origine dai punti più alti del tuo essere. Rinunciate, dunque, e rinunciate alla sofferenza.

    So che rinunciare richiede coraggio ed è tutt'altro che indolore. Questo, però, è un dolore a breve termine, a differenza di quello che si trascina per anni quando si insiste su una situazione che non funziona. Rinuncia, dunque, a quel rapporto in cui solo tu dai, solo tu ti sforzi, solo tu rinunci alle cose per farlo funzionare. Rinuncia a quell'amore che ti dà solo briciole. Rinuncia a quella persona la cui pelle continui a cercare di salvare ma che non è mai incline ad aiutarsi. Rinuncia a chi non ti dà risposte, a cui non piacciono nemmeno i post che fai per impressionare e non si manifesta nemmeno in date e occasioni importanti della tua vita. Rinuncia a ciò che non porta frutto, a ciò che non ti fa respirare, a ciò che non ti rende felice. Abbandonare!


    Adélia Prado (1935-) ha una meravigliosa poesia intitolata "Crying to Move Jonathan", in cui l'io lirico esprime la forza e la bellezza di un amore che trascende tutte le cose. È però un amore «più disperato / dell'onda che si infrange sulla roccia, / più tenace della roccia. / Ama e non sa nemmeno più cosa ama”.


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    Vedi quanto è estremamente significativo? Per quanto ostinata sia l'onda, la roccia rimane immobile davanti ad essa, che prosegue irrimediabilmente in quel movimento che, come ben sappiamo, la rimanda sempre nello stesso posto. E il verso che chiude il testo è oltremodo pertinente, dato che la perdita dell'identità e dell'amor proprio è la prima conseguenza di una vita dedicata a colpire un sasso, sapendo che non potrà mai penetrarlo. “Ama e non sa nemmeno più cosa ama”.

    Di fronte a questo, vi chiedo per favore di non essere quell'onda. Ci sono altri esseri in tutto il mondo che desiderano essere inondati dalle sue acque. Fate dunque un atto di amore per voi stessi, rinunciate a ciò che vi fa soffrire e, una volta per tutte, lottate per le cose possibili.

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